Riguardo agli dèi, non ho la possibilità
di accertare né che sono, né che non sono,
opponendosi a ciò molte cose:
l'oscurità dell'argomento e
la brevità della vita umana"
(Protagora, Sugli dèi, trad. M. Timpanaro Cardini)

 

Lo Zodiaco

 

Quanto per tutto tien nascendo, tanto
Altrove tiene tramontando ognora.
Quanto raggio d'occhiata, spazio taglia,
A noi correrà sotto sei cotanti.
Ma ciascun grado eguale misurato,
Due sega stelle; e in soprannome chiamanlo
Zodio cerchio; in cui sta Granchio, e Lione
Appresso, e sotto lui la Vergin ; poscia
Le Chele, ed il medesimo Scorpione,
E Sagittario, e Capricorno, Acquario; e poi d'intorno
A lui sfolgoreggiano due Pesci.
Appresso questi è l'Ariete, e 'l Tauro
Appresso lui, e i Gemini; ne' quali
Tutti dodici il Sole si porta,
Tutto l'anno che correne, guidando;
E alui mentre ch'ei va per questo cerchio,
Crescon tutte fruttifere stagioni.
Di questo quanto in cavo mar si tuffa,
Tanto sopra la terra se ne porta:
Ed ogni notte sei sempre van sotto
Della dozzina del Zodiaco cerchio,
Ed altrettanti sorgono a vicenda;
Ed in tanta lunghezza, ciascheduna
Notte sempre si stende, quanto il mezzo
Del cerchio, cominciandone la notte,
Levasi sopra terra. Non saria
Da rigettare, a chi i giorni osserva,
Quando sorge ciascun, guardar, de' segni:
Che con uno di questi sempre vanne
Lo stesso Sole; e questi vedrai bene,
In lor mirando; ma se scuri vengono
Dalle nubi, o coperti da montagna
Spuntano, fare i segni che s'affanno
A' nascenti; e lo stesso anco Oceano
Assai a te dall'uno e l'altro corno
Ne potria dar, che molti a lui medesmo
Giransi intorno, quando dal suo fondo
Reca ciascun di quelli.
 
Aratus Solensis, "Fainomena.Apparentia" , vv. 685/722

 

Apre la rassegna l'ariete nello splendore del suo vello d'oro

che guarda all'indietro con meraviglia il sorgere contrario del Toro,

il quale invita i Gemelli dal viso e dalla fronte abbassati,

al cui seguito è il Cancro, e del Cancro il Leone, e del Leone la Vergine.

Quindi la Bilancia , pareggiata la luce diurna al tempo della notte,

attrae lo Scorpione che rifulge con ardenti astri,

alla cui coda punta con l'arco teso l'essere

che è misto al cavallo e già sul punto di scoccare l'alata saetta.

Poi viene il Capricorno, ripiegato nella sua contratta costellazione.

Dopo di lui, con l'urna inclinata l'Acquario ne irrora

i Pesci, che avidamente si fanno sotto ai familiari flutti:

con essi, che concludono da ultimo i segni, sta a contatto l'Ariete.

 

Manilio, "Il poema degli astri" (Astronomica), I vv. 263/274

 

"La invenzione e l'origine dei segni dello Zodiaco merita anch'essa una particolare osservazione. L'Ariete, espresso nella figura , mostra, secondo M. Pluche, la robustezza degli agnelli, i quali a cominciar di primavera sono omai pronti a seguire al pascolo il montone ne' prati. Il Toro ancor egli, figurato nel segno , ingrossa la mandra unito ai capretti, i quali, secondo l'osservazioni del Sig. Hyde, occupavano nell'antico Zodiaco il luogo de' Gemelli. Il Cancro, o Grancio, il quale cammina allo indietro ed obliquamente, contrassegnato nella figura , esprime il moto retrogrado ed obliquo, che fa il sole dopo oltrepassato questo segno. La ferocia del Leone, rappresentato nel segno , simboleggia l'ardore e la forza de' raggi del sole, allorché egli si inoltra verso il medesimo. La Vergine ( ), che porta in mano spighe, esprime chiaramente la mietitura. Il nome Erigone dato alla Vergine, il quale significava in Oriente color rosso, indica le spighe, le quali nella loro perfetta maturità esser denno rosseggianti, secondo attesta Virgilio: ". Rubiconda Ceres medio succiditur aestu." La Bilancia , significata nella figura , vale a contrassegnare l'equinozio, ed il veleno dello Scorpione ( ) a denotare le malattie autunnali. La caccia delle fiere selvaggie, che gli antichi solean fare all'approssimarsi del verno, vien simboleggiata dal Sagittario ( ) ,ed il costume della Capra di andar per le montagne, inerpicandosi, in cerca di pascolo, mostra evidentemente l'ascendere che fa il sole per lo Zodiaco, dopo oltrepassato un tal segno ( ). L'Acquario ( ) dinota le invernali pioggie, ed il segno de' Pesci, l'abbondanti pesche, che soglion farsi al declinar della fredda stagione. Il numero dodici delle parti, nelle quali vien diviso lo Zodiaco, indica i dodici giri compiti dalla Luna nel tempo di un sol giro del sole.

G. Leopardi, "Storia dell'Astronomia di Giacomo Leopardi", pag. 15

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