Costellazione del Cancro

 

Citazione tratta da "Le Metamorfosi" di Ovidio - IV vv. 625/626

Per tre volte tornò a rivedere le gelide Orse e le Chele del Cancro;

più volte fu trascinato verso occidente, più volte verso oriente.

 

 

Citazione tratta da "Le Metamorfosi" di Ovidio - X vv. 126/127

Era un mezzogiorno di piena estate e sotto le vampe del sole ardevano

le ricurve chele del Cancro, abitatore dei lidi.

 

 

Citazione tratta da Eratostene,Catasterismi XI (fragmenta) (trad. Fiorina Caputo)

Cancer

"Hic dicitur Iunonis beneficio inter astra conlocatus quod cum Hercules contra hydram Learneam constitisset 130, ex palude exiluisset et pedem eius mordicus adripuisset; qua re Herculem permotum cum interferisse, Iunonem autem inter sidera constituisse , ut esset cum duodecim signis, que maxime solis cursu continentur."

Questo (cancro) si dice collocato tra le costellazioni per beneficio di Giunone, il quale, combattendo Ercole contro l'idra di Lerna, balzò fuori dalla palude ed afferrò a morsi il piede di lui.

Ercole agitandolo violentemente (il piede) lo uccise. A sua volta Giunone lo collocò tra la stelle, affinché fosse con il segno dodici col quale il sole si congiunge al suo massimo corso.

 

 

Citazione tratta da "Biblioteca" di Apollodoro - II, 5, 2

La seconda fatica fu di uccidere l'Idra di Lerna. Questo mostro viveva nella palude di Lerna, ma spesso si inoltrava nella pianura e devastava il bestiame e la campagna. Aveva un corpo enorme, con nove teste: otto di esse erano mortali, ma quella di mezzo era immortale. Eracle salì sul carro, guidato da Iolao, e arrivò a Lerna, fermò i cavalli, e trovò l'Idra su un colle vicino alla sorgente Amimone, dove aveva la sua tana. Allora vi gettò dentro delle frecce infuocate, e costrinse l'Idra a venir fuori: appena uscì, le saltò addosso e la bloccò. Ma quella subito gli si attorcigliò intorno a una gamba e lo avvinghiò. Eracle allora cominciò a stroncare le sue teste con la clava, ma non concludeva niente, perché a ogni testa mozzata due nuove ne spuntavano. E in aiuto dell'Idra giunse anche un granchio di spaventosa grandezza, che morsicò il piede di Eracle. Dopo averlo ucciso, anche l'eroe allora chiamò in aiuto Iolao:e questi diede fuoco alla macchia lì vicino, e con i tizzoni ardenti impediva alle nuove teste di spuntare bruciando la carne alla base base delle teste mozzate. In questo modoriuscì ad avere il sopravvento sulle nuove teste, e a mozzare finalmente anche quella immortale: poi la seppellì e ci mise sopra una pesante pietra, presso la strada che da Lerna porta a Eleunte. Il corpo dell'Idra, invece, lo fece a pezzi, e intinse le sue frecce nel fiele della bestia. Ma Euristeo disse poi che non si poteva tener conto di questa fatica, perché aveva ucciso l'Idra con l'aiuto di Iolao, e non da solo.

 

 

Citazione tratta da "Astronomia" di Igino - II, 23, 1 (trad. Angela Maria Zavaglia)

Un beneficio di Giove lo pose, si dice, tra gli astri, perché durante il combattimento di Ercole contro l'Idra di Lerna, uscì dalla palude per afferrargli il piede e morderlo. Dunque Ercole, indignato, lo uccise. Ma Giunone lo pose al cielo in modo da associarlo ai dodici segni che la corsa del sole occupa principalmente.

 

 

Citazione tratta da " La Divina Commedia " di Dante Alighieri - Paradiso XXV, vv. 100/102

Poscia tra esse un lume si schiarì

sì che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo,

l'inverno avrebbe un mese d'un sol dì.

 

Note

130 Condendisset (Igino)

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