Costellazione dell'Aquila

 

Citazione tratta da “Le Metamorfosi” di Ovidio – X, vv. 155/161

 

Il re degli dèi bruciò un tempo d'amore per Ganimede di Frigia e in quell'occasione si escogitò qualcosa in cui Giove preferisse trasformarsi piuttosto che conservare la sua natura: scelse di essere un uccello, ma non altri che quello che poteva portare i suoi fulmini. E subito, battendo le ali con le ingannevoli penne, rapì il discendente di Ilo che ancora oggi ha la funzione di coppiere di Giove e gli versa il nettare a dispetto di Giunone.

 

 

Citazione tratta da “I Fenomeni ed i Pronostici” di Arato – vv. 475/479

…E un altro ancora le volteggia

vicino: non uguale per grandezza,

ma importuno allorchè sorge dal mare

al sopraggiungere della notte. Aquila

è il nome che gli danno.

 

 

Citazione tratta da “Astronomia” di Igino – II, 16, 1 (trad. Angela Maria Zavaglia)

È colui che, si dice, rapì Ganimede per consegnarlo a Giove che ne era innamorato; è anch'egli, si pensa, di cui Giove lo scelse per primo a far parte della razza alata. Solo, secondo la tradizione, si sforza di volare con i raggi del sol levante in faccia. Perciò lo si vede volare al di sopra dell'Acquario; perché questo è Ganimede nell'immaginazione della maggior parte.

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