Costellazione di Orione
Citazione tratta da “I Fasti” di Ovidio – V vv. 493/544
Se cercherai il beota Orione in mezzo a questi giorni,
resterai deluso: e devo cantare l'origine della costellazione.
Giove e il suo fratello che regna sul vasto mare,
erano insieme in cammino, e con essi Mercurio;
era l'ora in cui si riportano indietro gli aratri rovesciati,
e l'agnello prono succhia il latte della pecora sazia.
Per caso li scorge il vecchio Irieo, coltivatore d'un piccolo campo,
mentre sostava davanti alla sua modesta capanna.
E disse così: ‹‹La via è lunga, e non lungo è il tempo
che resta; la mia porta è sempre aperta ai forestieri››.
Aggiunse un sorriso alle parole, e di nuovo li invitò:
assecondano l'invito e fingono di non essere dei.
Entrano nella dimora del vecchio annerita dal fumo;
nel ceppo del giorno prima durava ancora un focherello.
Irieo inginocchiato soffiando attizza la fiamma,
e tira fuori frammenti di torcia e ve li sminuzza sopra.
V'erano sul fuoco due recipienti, il più piccolo con fave, l'altro
con erbe; bollono l'uno e l'altro premuti dal loro coperchio.
Mentre aspettano, il vecchio mesce vino rosso con la tremula mano;
il dio del mare riceve il primo bicchiere; appena bevuto,
disse: ‹‹Ora beva in ordine Giove››.
Il vecchio impallidì al solo udire quel nome.
Come rientra in sé, sacrifica il bue che gli coltiva il campo,
e l'arrostisce ponendolo su un grande fuoco; dall'orcio
affumicato cava il vino che un tempo, da ragazzo,
vi aveva travasato durante i suoi primi anni.
Subito si sdraiano su giacigli la cui tela celava erbe di fiume,
ma anche così quei letti non erano alti.
Ed ecco la mensa risplende imbandita di cibi e di vino;
il cratere è di rossa terra, le ciotole di legno di faggio.
Giove parlò così: ‹‹Se ardentemente desideri qualcosa, chiedi:
tutto otterrai››. Queste furono le parole del placido vecchio:
‹‹Ebbi cara la sposa, ben noto ardore dei miei anni giovanili.
Mi chiedete dove sia ora? La ricopre l'urna.
A lei giurando, e invocando voi a garantire la mia promessa,
“Solamente tu godrai del mio connubio”, dissi.
Dissi e mantengo; tuttavia ho un altro diverso desiderio:
vorrei diventare padre senza essere sposo››.
I tre numi assentirono. Si disposero insieme intorno alla pelle
del bue… ma il pudore m'impedisce di descrivere il resto.
Poi coprirono la terra bagnata gettandovi sopra della terra:
trascorsi ormai dieci mesi, venne alla luce un bambino.
Irieo, giacché il bambino era nato in quel modo, lo chiama Urione:
la prima vocale perse poi il suono originale.
Il fanciullo era cresciuto enorme; la Delia lo prese compagno:
egli era guardiano della dea, egli suo aiutante.
Alcune sue parole incaute suscitarono l'ira degli dei.
Egli disse: ‹‹Non c'è belva che io non possa vincere››.
La terra generò lo Scorpione, che ebbe come compito l'attacco
con le ricurve pinze alla Dea madre dei due Gemelli.
Orione gli si oppose. E Latona lo aggiunse agli astri lucenti,
dicendo: ‹‹Abbi così il premio che hai meritato››.
Citazione tratta da “Odissea” di Omero – V vv. 156/161, trad. I. Pindemonte
quando tinta di rosato aurora
Orione rapì, voi, dèi, cui vita
facile scorre, acre livor mordea,
finchè in Ortigia il rintracciò la casta
dal seggio aureo Dïana, e d'improvvisa
morte il colpì con invisibil dardo.
Citazione tratta da “Odissea” di Omero – XI, vv. 572/575
E Orione vidi gigante, che insieme
nel prato asfodèlo spingeva le belve
che uccise da vivo sui monti deserti: una clava
agitava di bronzo che mai non si spezza.
Citazione tratta da “Opere e giorni” di Esiodo – vv. 597/614
Ordina ai servi che trebbino la sacra spiga
di Demetra, non appena sorge la forza di Orione,
in un luogo ben ventilato, in un'aia rotonda.
Riponilo in orci dopo aver ben misurato. Quindi,
quando avrai ben sistemato in casa tutto il raccolto,
ti esorto a prendere uno schiavo senza casa e a cercarti
una serva priva di prole; difficile è una serva con figli;
alleva un cane dai denti affilati; non risparmiare sul cibo,
chè mai l'uomo che dorme di giorno, rubi i tuoi beni.
Procurati foraggio e strame, affinchè ve ne sia
in abbondanza per i buoi e i muli, e poi lascia
che i tuoi servi riposino le ginocchia e sciogliere i buoi.
E quando Orione e Sirio sono giunti nel mezzo
del cielo e Eos, dita di rosa, contempla Arturo,
allora, o Perse, cogli tutti i grappoli e portali a casa;
e per dieci giorni lasciali al sole e dieci notti,
e per cinque conservali in ombra, e il sesto versa nei vasi
i doni di Dioniso, colmo di gioie.
Citazione tratta da “I Fenomeni ed i Pronostici” di Arato – vv. 486/493
Altre, parecchie, sorgono più giù,
fra il sentiero del Sole e Noto. Orione,
eccolo, è messo un poco di traverso
rispetto alla sezion del Toro. In alto
ben collocato, non sfugge a nessuno
in una notte nitida; levando
lo sguardo al Cielo, ben si crederebbe
di contemplar qualcosa di sublime.
Citazione tratta da “Il poema degli astri” (Astronomica) di Manilio – vv. 387/394
È possibile avvistare Orione vicino ai Gemelli
che allarga le braccia su una grande estensione di spazio celeste
e con minore ampiezza di passi si solleva alle stelle,
a cui luci isolate distinguono gli omeri fulgenti,
mentre le tre trasversali ne tracciano la spada pendente;
ma Orione, immerso il capo nella sublimità del cielo,
con tre luci è contrassegnato nel volto sfuggente,
non perché meno brillanti, ma perché arretrano più in altezza.
Citazione tratta da “Biblioteca” di Apollodoro – I, 4, 4
Artemide invece uccise Orione a Delo. Di lui dicono che fosse di enorme statura, in quanto nato dal terreno; ma Ferecide sostiene che fosse figlio di Poseidone ed Euriale. In ogni caso, egli aveva avuto da Posidone il dono di poter camminare sulle acque. La sua prima sposa fu Side, che Era gettò nell'Ade perché aveva osato rivaleggiare con lei in bellezza. Un giorno Orione giunse a Chio, e chiese la mano di Merope, la figlia di Enopione. Enopione lo fece ubriacare, e mentre era addormentato lo accecò, gettandolo poi sulla spiaggia. Allora Orione andò alla fucina di Efesto, rapì uno dei suoi operai, se lo caricò in spalla e gli ordinò di guidare i suoi passi fino a dove sorge il sole. Giunto là, i raggi del sole gli ridonarono la vista; allora Orione corse in tutta fretta da Enopione. Posidone, intanto, aveva fatto costruire da Efesto un rifugio sotterraneo per Enopione. Eos, l'Aurora, si innamorò di Orione, lo rapì e lo portò a Delo: era la vendetta di Afrodite, che costringeva Eos a essere eternamente innamorata, perché aveva osato dormire insieme ad Ares. Alcuni dicono che Orione morì per aver sfidato Artemide in una gara di lancio del disco; altri invece dicono che usò violenza a Opi, una delle fanciulle venute dal paese degli Iperborei, e Artemide lo uccise con le sue frecce.
Citazione tratta da “Eneide” di Virgilio – vv. 873/877, trad. A. Caro
… quando
Orïon tempestoso i venti e ‘l mare
Sì repente commosse, e mar sì fero,
venti sì pertinaci, e nembi e turbi
così rabbiosi…
Citazione tratta da “Miti” di Igino – 195
Giove, Nettuno e Mercurio giunsero presso la casa del re Irieo, in Tracia. Ospitati amichevolmente da lui, gli concessero di scegliere ciò che preferiva. Egli chiese di avere dei figli; allora Mercurio scuoiò il toro che lo stesso Irieo aveva immolato per loro, i tre dèi orinarono dentro la sua pelle e la seppellirono. Di lì nacque Orione; egli tentò di fare violenza a Diana e fu ucciso da lei. In seguito Giove lo trasportò tra le stelle, ed egli divenne la costellazione che chiamano Orione.
Citazione tratta da “La caduta” di G. Parini – vv. 1/4
quando Orïon dal cielo
declinando imperversa,
e pioggia e nevi e gelo
sopra la terra ottenebrata versa.
Citazione tratta da “Il rito delle Grazie” di U. Foscolo – vv. 75/80
quinci indignato il sol torce il suo carro
quando Orïone predator dell'Austro
sovra l'Orsa precipita e abbandona
corrucciasi i suoi turbini e il terrore
sul deserto de' ghiacci orridi d'alto
silenzio e d'ossa e armate esuli larve.