Costellazione del Drago

 

 

Citazione tratta da "Le Metamorfosi" di Ovidio - IX vv. 187/190

...per opera vostra furono ricuperati il balteo d'oro cesellato del Termodonte

e i pomi custoditi dal drago insonne.

 

 

Citazione tratta da "I Fenomeni ed i Pronostici" di Arato - vv. 68/94

Poi, in mezzo a entrambe 149, qual ramo di fiume,

si attorce, o grande meraviglia! Il Drago,

tutto snodato intorno, smisurato.

E accanto alle sue spire, da ambo i lati,

procedon l'Orse, sopra il fosco Oceano

vigilando. Protende verso l'una

l'estremità della sua coda; l'altra

la taglia invece con la sua spirale.

La coda, nel suo punto estremo, termina

presso il capo dell'Orsa Elice; il capo

Cinosura lo tiene dentro la spira;

questa poi si attorciglia lungo il capo

medesimo e le giunge fino a un piede,

donde si lancia nuovamente indietro.

Né da una sola parte né una sola

stella ha sul capo, ma son due le stelle

che splendon sulle tempie, e due sugli occhi;

ed una, sotto, sta sul punto estremo

della mascella del tremendo mostro.

Mentre verso la punta della coda

d'Elice appar tutto proteso, il capo

si piega di traverso; son proprio

dinnanzi al tratto estremo della coda

la bocca e il lato destro della tempia.

La sua testa si muove press'a poco

laddove si confondono gli estremi

delle levate e quelli dei tramonti.

 

 

Citazione tratta da "Il poema degli astri" (Astronomica) di Manilio - I vv. 305/307

Disteso tra costoro (Orse) e all'intorno abbracciandole, entrambe

separa e circonda il Serpente con ardenti stelle,

che non si congiungano o mai s'allontanino dalle sedi loro proprie.

 

 

Citazione tratta da "Biblioteca" di Apollodoro - II, 5, 15

L'eroe compì queste imprese in otto anni e un mese; ma Euristeo, non avendo ritenute valide quelle dell'Idra e delle stalle di Augia, impose a Eracle ancora una fatica, l'undicesima: l'eroe avrebbe dovuto portargli i pomi d'oro del giardino delle Esperidi. Questo si trovava non, comee alcuni hanno detto, in Libia, bensì sul monte di Atlante, nel paese degli Iperborei, ed era il dono di nozze offerto da Gea a Zeus ed Era. Lo custodiva un drago immortale, figlio di Tifone e di Echidna, che aveva cento teste e sapeva parlare con le voci più diverse e variegate. Anche le ninfe Esperidi facevano la guardia: Egle, Eritia, Esperia e Aretusa. [.]

Prometeo aveva consigliato a Eracle di non cogliere le mele con le sue mani, ma di sollevare Atlante dal peso del cielo, e di inviare lui; giunto nel paese degli Iperborei, quindi, l'eroe convinse Atlante, e sostenne il cielo al suo posto. Atlante colse tre mele dal giardino delle Esperidi, e le portò a Eracle. Ma poi non volle più riprendersi il cielo sulle spalle. Eracle allora gli chiese il tempo di potersi avvolgere attorno alla testa la fascia per portare i pesi; Atlante poggiò a terra le mele, e accettò di sostenere il cielo ancora per un momento: ed Eracle prese le mele, e scappò via. C'è invece chi sostiene che non fu Atlante a portargli i pomi: l'eroe li avrebbe raccolti da sé, dopo aver ucciso il serpente guardiano. Poi li portò a Euristeo, che ne fece dono all'eroe stesso. Ed Eracle li diede ad Atena, ma la dea li restituì alle Esperidi, perché non era lecito per la legge divina che i pomi stessero in qualche altro posto.

 

 

Citazione tratta da "Miti" di Igino 151

Dal gigante Tifone e da Echidna nacquero Gorgone, Cerbero, il cane a tre teste, il drago che custodiva le mele delle Esperidi al di là dell'Oceano,.

 

 

Citazione tratta da "Astronomia" di Igino - II, 3, 1 (trad. Angela Maria Zavaglia)

Con il suo corpo immenso egli appare situato dentro le due Orse. Secondo la leggenda, egli custodiva le mele d'oro delle Esperidi, Ercole l'uccise e Giunone lo mise in cielo, perché è sulla sua iniziativa che Ercole è andato ad affrontarlo. La sua mansione era, si pensa, di vegliare sul giardino di Giunone. Secondo Ferecide, durante il matrimonio di Giunone con Giove, la Terra venne portando delle mele d'oro con i loro rami; Giunone le ammirò e chiese alla Terra di piantarle nei suoi giardini, che si distendevano fino al monte Atlante. Siccome le sue figlie coglievano troppo spesso delle mele dagli alberi, Giunone, si dice, pose questo drago come guardiano. È anche significativo che nel cielo la figura di Ercole domina questo drago, come mostra Eratostene; è ciò che ci permette di comprendere meglio come questo nome di drago gli sia appropriato.

 

Note

149 Le due Orse

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