Il ciclo di Orione
Orione, Cane Maggiore e Cane Minore
(Orion, Canis Maior et Canis Minor)
Figura 13 - Sezione della carta del cielo con le costellazioni trattate
Figura 14 - Rappresentazione grafica delle costellazioni trattate
Quella di Orione è una delle più belle costellazioni visibili nelle ore civili a Sud del cielo invernale. In mitologia raffigura un cacciatore ed ogni parte della sua figura è rappresentata da una fulgente stella: le spalle sono composte da Betelgeuse, a Orionis (m. oscillante tra 0 e 1,3) che dista 310 anni luce dalla Terra, in arabo “la spalla”, una supergigante rossa variabile e Bellatrix, g Orionis ( m. 1,6) lontana 360 anni luce, in latino “la guerriera”; le gambe sono identificate da Saif, k Orionis (m. 2,2) che si trova a 1500 anni luce, in arabo “la spada” e Rigel, b Orionis (m. oscillante tra 0,2 e 6,7), una doppia distante 900 anni luce, in arabo “il piede sinistro” 14; la cintura del cacciatore è formata da tre stelle allineate, mentre le tre disposte verticalmente, rappresentano il pugnale. Degna di nota è, inoltre, la Grande Nebulosa d'Orione , posta al centro del pugnale ed appena visibile ad occhio nudo; essa è associata ad una zona di intensa formazione di stelle.
Le leggende che riguardano questo cacciatore, celebrato per il suo fascino, sono innumerevoli.
Una versione, presente anche in Ovidio, lo vuole figlio di un contadino della Beozia. Questi desiderava fortemente di avere un figlio ma non avendo alcuna compagna o moglie non poteva realizzare questo suo desiderio. Accadde però che Zeus, Poseidone ed Ermes, volendo verificare se la tradizione d'ospitalità fosse ancora presente presso gli umani, arrivarono insieme alla porta del contadino chiedendo ospitalità. L'accoglienza che ricevettero non solo li persuase che le buone maniere non erano state dimenticate, ma suscitò in loro un senso di riconoscimento per l'ospitalità ricevuta e decisero di realizzare ciò a cui il contadino teneva di più: essere padre.
Essi chiesero una coperta e, dopo avervi operato sopra con pratiche magiche, suggerirono al contadino di sotterrarla. Dopo nove mesi, quando la coperta fu dissotterrata, l'uomo vi trovò avvolto un bambino grande e forte al quale diede nome Orione. Cresciuto il bimbo divenne un grande cacciatore, oltre che intemerato seduttore di donne mortali e divine. Alla fine fu ucciso per volere di Artemide, dea vergine, quando tentò di usarle violenza: la dea, per sottrarsi, lo fece pungere da uno scorpione venuto fuori dal terreno.
La seconda versione, che risale principalmente ad Apollodoro, considera Orione come il semidio simbolo dell'attività venatoria. Figlio di Poseidone ed Euriale, eredita dal padre la capacità di camminare sulle acque qualità decisiva per la caccia ai volatili. Il giovane s'innamorò perdutamente di Merope, figlia di Enopione 15, re dell'isola di Chio; e fu prese dalla voglia di possederla. Il re, per punire la sua impudenza, lo rese cieco; sicché Orione, recuperare la vista, fu costretto ad esporre i suoi occhi direttamente ai raggi del Sol levante.
Vi è infine un'ulteriore variante del mito, riportata da Omero; secondo la quale Orione formò coppia con Artemide, la dea vergine cacciatrice anch'ella, ma Aurora 16 si innamorò di lui, lo rapì e per gelosia lo uccise.
Il Cane Maggiore e il Cane Minore rappresentano, nella tradizione mitica, i cani di Orione.
Dalla costellazione del Cane deriva la parola italiana “canicola” 17 ed è legata alla consapevolezza che nel cielo non solo si sposta il Polo Nord celeste, ma anche le stelle. Nella costellazione spicca Sirio, a Canis Maioris (m. -1,4) distante 8,8 anni luce dalla Terra, che gli Egizi chiamavano Seth, Soth o Sothis; a seconda del succedersi delle dinastie faraoniche.
Presso gli Egizi la stagione agricola si apriva con lo straripamento del fiume Nilo che normalmente avveniva nella seconda decade di giugno, simultaneamente al sorgere eliacale 18 della stella Sothis. La correlazione fra questi due avvenimenti faceva pensare ad una relazione di causa-effetto; il che donò alla stella l'attributo di messaggera dell'imminente inondazione e le conferì l'effigie di uno degli dèi più importanti di quella civiltà, il dio Sothis, appunto.
Non è difficile rendersi conto dell'importanza cruciale che aveva lo straripamento del Nilo per le attività agricole presso gli Egizi.
Durante l'inverno il livello del corso d'acqua rimaneva basso e contenuto nel suo letto naturale; a giugno, invece, con lo scioglimento delle nevi sui monti dell'Etiopia, enormi quantità d'acqua si versavano nei grandi laghi dell'Africa orientale che costituiscono la sorgente del Nilo, provocandone lo straripamento.
La tracimazione annuale faceva sì che il fiume inondasse completamente le valli attorno depositando il limo e rendendo fertile il terreno; permettendo, così, raccolti più consistenti.
Per l'estrema rilevanza dell'avvenimento; questo periodo era designato come l'origine delle varie stagioni.
Nella tradizione astrologica i due cani sono raffigurati come gli animali che accompagnano Orione e l'aiutano nella caccia. Per altro il Cane Maggiore, che prende il nome di Lelape, è considerato il cane più veloce della Terra; tra le sue imprese vi è quella di aver catturato una grande lepre, voracissima e celerissima, che devastava i campi di Creta.
Ovidio, nelle “Metamorfosi”, gli attribuisce come padrone Cèfalo; mentre Eratostene, nei “Catasterismi”, riporta due versioni: la prima afferma che questo cane fu posto da Giove come guardiano di Europa e, dopo alcuni viaggi, giunse a Tebe dove catturò una volpe famelica; nella seconda gli attribuisce come padrone Orione, che alla sua morte portò in cielo i suoi cani.
Quella del Cane Minore non è una costellazione molto estesa, ma è facilmente riconoscibile per la sua stella più brillante, Procione, a Canis Minoris (m. 0,4) distante 11 anni luce dalla Terra.
In greco procione vuol dire “colui che precede il cane”; ed in effetti questa costellazione si vede sorgere prima del Cane Maggiore: “ Hic ante maiorem Canem exoriri videtur ..” 19.
Esistono due varianti del mito che riguardano il Cane Minore: nella versione sostenuta da Apollodoro rappresenta Maera, il cane d'Icario; il mortale che fu iniziato al segreto della vinificazione.
Ovidio riporta un racconto che fa riferimento all'esperienza dei popoli dell'Esperia 20; parola che ha il significato di tramonto, poiché per i Greci rappresentava la direzione in cui il sole si scompariva sotto l'orizzonte.
Il mito fa riferimento all'ateniese Icario che, avendo appreso il segreto della vinificazione da Dionisio, pensò di introdurre in Attica la coltivazione della vite; e con l'intento di far gustare la bevanda, la offrì ad alcuni pastori. Questi trovarono, dapprima, molto gradevole il suo gusto, ma in seguito, in preda ai fumi dell'alcol; credendo di essere stati avvelenati, uccisero Icario a bastonate abbandonando il suo corpo in aperta campagna. Erigone 21, sua figlia, messa in allarme dai latrati di Maera, seguì il cane che la condusse nel luogo in cui giaceva il cadavere senza sepoltura e, a quell'orribile vista, dal gran dolore si tolse la vita. Per la fedeltà dimostrata, il cane fu posto in cielo come costellazione ed Erigone, in questa versione del mito, fu identificata nella Vergine.
Le tre stelle principali delle costellazioni d'Orione, Cane Maggiore e Cane Minore, Betelgeuse, Sirio e Procione, formano il cosiddetto Triangolo invernale .
Note
14 È la contrazione dell'espressione araba “il piede sinistro di Colui che è centrale”.
15 Enopione era figlio di Dionisio, generalmente detto Bacco, e di Arianna.
16 Aurora, chiamata anche Eos, è la sorella di Apollo
17 Vedi Introduzione.
18 Quando una stella o una costellazione si leva al mattino poco prima del Sole. Infatti, il termine “eliacale” deriva da Elios, che in greco significa Sole.
19 Eratostene, CatasterismiXLII, (fragmenta) “questo si vede uscire prima del Cane Maggiore”.
20 Nome dato anticamente alla penisola italica.
21 Vedi Costellazione della Vergine.