Il segno dei Pesci

Pesci

(Pisces)

Figura 30 - Sezione della carta del cielo con la costellazione trattata

 

Figura 31 - Rappresentazione grafica della costellazione trattata

 

La costellazione dei Pesci è rappresentata da due pesci uniti per la coda nel nodo in cui si trova la stella doppia detta da una stella doppia Al Rischa , a Piscis (m. 4,2 e 5,1) formata da due stelle bianche-azzurre, distanti circa 100 anni luce dalla Terra.

Il cerchietto che rappresenta la parte occidentale dei pesci, è un anello formato da sette stelle ed indica la testa del pesce più meridionale.

Il triangolo rappresenta la testa del pesce più settentrionale

Questa costellazione, è divenuta, nella nostra epoca, assai più importante che in passato, perchè in essa ritrova il Punto Gamma 115 dell'eclittica che rappresenta la posizione nella quale si trova il Sole all'equinozio primaverile.

Il mito dei Pesci si ricollega alla “Titanomachìa”, la guerra dei Titani. C'era un tempo in cui Urano generava ogni cosa nel grembo di Gaia, sua madre-sposa, ed il suo dominio era assoluto. “ L'Urano primordiale non conosce altra attività se non quella sessuale. Coprire Gaia senza sosta, per quanto è nella sua potenza: non pensa che a quello, e non fa che quello. La povera Terra si ritrova allora incinta di una prole numerosa che non può neanche uscire dal suo grembo… 116. Fino al giorno in cui Gaia persuade il più giovane dei suoi figli, Crono, ad aiutarla a porre fine alle sue sofferenze: consegna a suo figlio un falcetto e, nel momento in cui Urano è in lei, egli afferra il membro virile del padre, lo trancia e lo getta alle sue spalle. Fu così che cielo e terra si separarono e tutto ciò che la terra generò ebbe uno spazio per respirare e vivere.

Fu allora il tempo di Crono e dei suoi fratelli Titani, tutti usciti dal grembo di Gaia, dopo l'evirazione di Urano. Crono, avvertito dalla sua stessa esperienza, per non fare la stessa fine del padre ed essere a sua volta detronizzato, divorava ininterrottamente la propria prole.

Rea, sua sposa-sorella, dopo una lunga serie di infanticidi, decide di salvare il figlio ultimogenito, Zeus, e lo nasconde in una grotta sul monte Ida, consegnando a Crono un sasso avvolto in fasce. Ignaro il padre, Zeus ha il tempo di crescere sano, robusto e scaltro. L'astuzia di Zeus sta nel far offrire da Rea a Crono un “fharmakon”, una medicina sotto forma di sortilegio, che fa vomitare a Crono tutti i suoi figli, a partire dall'ultimo. A questo punto Zeus, sostenuto dai suoi fratelli ritrovati dichiara guerra a Crono e ai Titani e riesce a sconfiggerli. Per vendicare i Titani, sconfitti da Zeus e imprigionati negli inferi, Gaia si unisce a Tartaro dando vita ad un'ultima, terribile creatura: Tifone.

È uno scontro all'ultimo sangue quello intrapreso da Zeus contro suo zio Tifone, questo è in realtà dell'epilogo della guerra tra vecchie e nuove divinità.

Durante questa leggendaria lotta avvenne che Afrodite, stretto al petto il piccolo Eros, si gettò in acqua avvertita dall'urlo di Pan 117 per sottrarsi a Tifone; e fu salvata dall'annegamento dall'arrivo di due pesci inviati a soccorso dalle ninfe del mare. I pesci, che avevano salvato Afrodite ed Eros, guadagnarono un posto tra le stelle.

 

Note

115 Per meglio intenderci spieghiamo che il Sole, osservato dalla Terra, percorre durante l'anno una immaginaria linea circolare che prende il nome di”Eclittica”. Il termine deriva dal greco e vuol dire proprio “cerchio delle eclissi” perchè esse possono avvenire solo quando anche la Luna si trova sull'eclittica.

Il Sole ha per sfondo costellazioni diverse a seconda del periodo in cui ci troviamo (se potessimo vedere in contemporanea il Sole e le stelle). In effetti, la costellazione che si trova sul meridiano locale a mezzanotte è opposta a quella del Sole (se a dicembre sul meridiano a mezzanotte troviamo la costellazione dei Gemelli, vuol dire che il Sole è in Sagittario). Esso avanza in direzione Est di circa un grado al giorno muovendosi sull'eclittica.

Se individuiamo il piano dell'eclittica sulla sfera celeste vediamo che non corrisponde all'equatore celeste ma formano tra loro un angolo di 23°27' circa.

I due piani formano, dunque, due cerchi che si intersecano in due punti; tali punti prendono il nome di “nodi”, o “punti equinoziali”. Quando il Sole, nel suo moto apparente, passa in questi punti, giorno e notte hanno pari durata. I due equinozi indicano l'inizio della primavera, il 21 marzo, quando il Sole è nei Pesci, e l'inizio dell'autunno, il 23 settembre, quando il Sole è nella Vergine.

Man mano che il sole andrà avanti nel suo moto verso Ovest si allontanerà sempre più dall'equatore (e dai punti equinoziali) fino ad un massimo in Gemelli (21 giugno) e poi si riavvicinerà ancora all'equatore verso Vergine. Quando il Sole sarà in Gemelli, il 21 giugno, è in declinazione Nord di +23,5°; ora il giorno è più lungo della notte e questa è la notte più corta dell'anno.

Il Sole poi ritorna sull'equatore nell'equinozio del 23 settembre (autunnale) e di nuovo il giorno è uguale alla notte.

Quando il sole è in Sagittario, il 22 dicembre, siamo in una declinazione di –23,5° (declinazione Sud dall'equatore) ed il giorno è più corto della notte.

Questi punti, Gemelli e Sagittario, vengono chiamati solstizi ed insieme agli equinozi ci danno l'alternarsi delle stagioni.

A proposito del punto gamma, c'è ancora da dire che è anche detto “punto d'Ariete” perché, ai tempi di Ipparco di Nicea l'Equinozio avveniva con il Sole in Ariete e viene chiamato punto gamma che è il simbolo di questa costellazione ( ? ).

116 Jean-Pierre Vernant, “L'universo, gli dèi e gli uomini”, Einaudi Editore

117 Vedi Costellazione del Capricorno.

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