Il segno della Vergine

Vergine

(Virgo)

Figura 53 - Sezione della carta del cielo con la costellazione trattata

 

Figura 54 - Rappresentazione grafica della costellazione trattata

 

La costellazione della Vergine è la più estesa dello Zodiaco e si trova tra quella del Leone e della Bilancia; al suo interno , alla nostra epoca, si trova il punto dove ha luogo l'Equinozio Autunnale; a questo proposito val la pena notare che ben prima della fine di questo millennio l'equinozio d'autunno si sposterà, regredendo, nella costellazione del Leone .

La stella principale è Spica , a Virginis (m. 1), che dista 260 anni luce dalla Terra, una variabile bianco-azzurra. Il nome attribuitole dai Romani significa “spiga di grano”, perché alla loro epoca era ben visibile nel cielo al momento della mietitura. Altre stelle degne di nota sono: Porrima , ? Virginis (m. 3), una doppia posta a 36 anni luce, e Vindemiatrix , e Virginis ( m 3) una gigante gialla distante 100 anni luce. Questa costellazione è di grande interesse perché contiene ben 16 galassie situate tra Vindemiatrix e Denebola .

Nella parte più meridionale della costellazione si può osservare, con l'ausilio di un piccolo telescopio, la famosa “galassia Sombrero”. Nella tradizione contadina questa costellazione rappresentava un punto di riferimento, perché col suo sorgere eliacale indicava il periodo della formazione dei germogli di grano, con la sua apparizione a mezzo cielo segnava il periodo della mietitura; e, infine, la sua stella Vindemiatrix, apparendo sull'orizzonte Ovest un po' prima del tramonto denota il periodo della vendemmia.

Nel mondo mitologico si fa riferimento a diversi racconti e la Vergine viene identificata con: Iside, la dea egiziana sorella-moglie di Osiride; Demetra/Persefone, ovvero “ la Grande Madre e sua figlia”; Dike, la vergine Astrea; Erigone, figlia di Icaro.

La stella Spica lega la costellazione al mito di Demetra , dea della terra coltivata e del grano, e di sua figlia Persefone. Quest'ultima fu rapita da Ade, il dio degli Inferi, e la dèa disperata, intraprese un lungo e angoscioso peregrinare, durante il quale la terra non generò frutti. La madre instancabilmente si prodigava alla ricerca della ragazza in ogni luogo ed accresceva la sua rabbia contro Zeus che aveva permesso il rapimento al fratello.La terra, partecipe del suo dolore, lasciava sterili le campagne e buttava nella disperazione il mondo dei mortali. Zeus, preoccupato per la sorte degli uomini, si vide allora costretto ad ordinare al dio di restituire la sposa alla madre.

La fanciulla giacendo, suo malgrado con il dio, non era più pura e per tale motivo non avrebbe più potuto tornare sulla terra.Il re degli dèi decise per questo che ella avrebbe diviso a metà il tempo dell'anno fra la madre ed il suo sposo.Ogni primavera, infatti, ella rifugge il sottosuolo e sale in cielo, insieme ai primi germogli che spuntano nei solchi, per tornare ad essere regina degli inferi d'inverno al momento della semina, quando il chicco di grano viene coperto dalla terra. La stella Vindemiatrix, come abbiamo già osservato, lega la costellazione alla raccolta dell'uva perché, anticamente, appena si vedeva sorgere la stella, subito dopo il tramonto del Sole, tra agosto e settembre, si constatava l'avvenuta maturazione dei grappoli e si procedeva con tutte le attività legate alla vendemmia.

Ovidio la chiama “il vendemmiatore”, narrando che Bacco si era invaghito di un fanciullo, Ampelus (che significa in greco antico “vigna”) il quale, mentre coglieva un grappolo da un tralcio, cadde e morì, cosicché il dio lo pose tra gli astri come stella lucente.

 

Un'altra versione, riportata da Igino, sostiene che la costellazione della Vergine rappresenta Erigone , la figlia d'Icaro il quale aveva ricevuto in dono da Dionisio un'otre di vino perché diffondesse l'uso della bevanda tra gli uomini e divulgasse anche il segreto della vinificazione. Icaro, nel suo peregrinare, giunse nell'Attica dove offrì il vino ad alcuni pastori, i quali però, avendo la mente intorpidita dai fumi dell'alcol, si convinsero d'esser stati avvelenati e lo uccisero. Il cane fedele corse, allora, ad avvisare la figlia di Icario, Erigone, la quale accorrendo nel luogo indicato, scorse il cadavere del padre ed impazzì per il dolore.

La giovane si impiccò ed il cane si uccise buttandosi in un pozzo.

In considerazione del grande amore che li legava, Erigone fu posta in cielo come la costellazione della Vergine, Icaro come stella Arturo ed il cane Maera fu premiato della sua fedeltà raffigurandolo nella costellazione del Cane Minore.

Un altro mito che si ritrova di frequente è legato al nome della vergine Dike, detta Astrea per via che era figlia di Astreo e di Temi .

Al tempo dell'età dell'Oro, governata da Saturno, Dike e Temi, dispensavano giustizia e virtù tra gli uomini. In seguito venne l'età dell'Argento , che tolse l'eterna primavera; poi quella del Bronzo, che conobbe l'ira e le armi, infine fu l'età del Ferro. Tutti questi avvenimenti ed il comportamento umano causarono la fuga del Pudore e della Verità, che furono sostituiti dall'Inganno e dalle Insidie

L'animo umano si pervertì e Dike si ritirò nei cieli, assieme a Pudore, costituendo la costellazione della Vergine e fu raffigurata come una vergine alata che abbraccia un fascio di spighe di grano.

 

Note

Vedi costellazione del Leone.

Esiodo, Teogonia 212/215

Ovidio, I Fasti, III 403/414

Igino, Miti, 130-224

Da non confondere con il figlio di Dedalo.

Padre delle stelle.

Dèa dell'equità, che distribuisce tra i mortali i doni secondo il principio “a ciascuno il suo” mentre Dike, dèa della giustizia, opera secondo il principio “a tutti la stessa cosa”.

Dopo che Giove confinò Saturno nel Tartaro.

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