Il triangolo estivo

Cigno, Aquila, Lira, Freccia e Delfino

(Cygnus, Aquila, Lyra, Sagitta et Delphinus)

Figura 1 1 - Sezione della carta del cielo con le costellazioni trattate

 

Figura 1 2 - Rappresentazione grafica delle costellazioni trattate

 

La costellazione del Cigno, chiamata anche “Croce del Nord” per la sua particolare forma, è ben visibile nelle “ore civili” 52 dei mesi estivi. La sua figura è evidenziata da quattro stelle sotto la magnitudine 3 e da una quinta di poco maggiore. La stella più luminosa è Deneb, a Cygni (m. 1,2) posta a 1800 anni luce di distanza dalla Terra, che in arabo significa “coda”, di colore bianco.

La costellazione è legata ad una delle più appassionanti vicende della mitologia greca: immortala la passione di Zeus per Leda, figlia di Testio, re dell'Etolia.

Leda, una giovane e virtuosa fanciulla dai lineamenti delicati, incontrò Tindaro, re di Sparta, allontanato dal suo regno con la forza 53 e costretto all'esilio. Subito se ne innamorò e vennero celebrate le nozze. I due sposi vissero in Etiolia fino a quando Ercole restituì il regno di Sparta a Tindaro; ed allora egli ritornò a casa portando con sè la giovane moglie.

Un giorno, mentre l'ignara regina rinfrescava il suo giovane corpo nelle acque del fiume Eurota, venne notata da Zeus per la sua rara bellezza. Essendo Leda una moglie fedele, il re degli dèi pensò bene di accostarsi a lei sotto le mentite spoglie di un magnifico cigno bianco in modo da incantare la donna per poterla sedurre. Infatti, quando ella lo fece avvicinare col desiderio di accarezzarne il lungo collo, il dio la fece sua. Da questa fugace unione con Zeus nacquero Polluce ed Elena, e, sempre dalla stessa gravidanza, Castore e Clitennestra figli di Tindaro, con il quale Leda si era unita la stessa notte 54.

La costellazione dell' Aquila, immersa nella Via Lattea, comprende diverse stelle variabili osservabili anche ad occhio nudo. L'astro più splendente è Altair, a Aquilae (m. 0,8) che dista 16 anni luce dalla Terra, il suo nome in arabo significa “aquila volante”.

Si ritiene che la leggenda dell'Aquila sia originaria dall'Asia Minore; e narra la vicenda di Ganimede, figlio di Troo e Callinoe, un giovane, appena adolescente, di rara bellezza. Zeus lo vide, se ne innamorò, e per farlo suo prese le sembianze di un'aquila, lo afferrò con i suoi artigli e lo condussesul monte Olimpo; perché era “…al tutto de' mortali il più bello” 55; tanto da esser degno di vivere tra gli dèi. Così divenne immortale e sostituì Ebe 56 nel compito di coppiere degli Dei. Ganimede è poi raffigurato nella fascia dello zodiaco come Acquario 57.

 

La costellazione della Lira non è molto estesa e la sua stella più importante è Vega, a Lyrae (m. 0,0) distante 26 anni luce dalla Terra: seconda per luminosità nell'emisfero boreale Di particolare interesse è la sua nebulosa anulare che si trova al suo interno.

Questa costellazione immortala lo strumento musicale omonimo. Secondo alcuni la sua invenzione si deve alla musa Polimnia, ma Eratostene sostiene che il merito sia di Ermes 58, figlio di Zeus e di Maia, il quale ancora in fasce dimostrò di avere una intelligenza prodigiosa. Egli riuscì a scappare dalla culla, uccise una tartaruga e tese, nella parte cava del guscio, sette corde ricavate dagli intestini di alcune mucche che aveva sottratto Apollo suo fratello. Quando quest'ultimo udì la soave melodia generata dallo strumento, desiderando che accompagnasse la musicalità della voce umana, cioè il canto dei poeti, portò via la lira ad Ermes e la diede ad Orfeo 59, che la usò per accompagnare la declamazione delle sue poesie, capaci di incantare uomini ed animali.

 

Deneb, Altair e Vega, stelle principali delle costellazioni del Cigno, Aquila e Lira, formano il cosiddetto Triangolo Estivo.

 

Il nome Sagitta significa “freccia” e le viene dalla forma lineare delle quattro stelle che la compongono. È una piccola costellazione situata a Nord dell'Aquila e le stelle più luminose sono: g Sagittae (m. 3,7) distante 170 anni luce dalla Terra, che risplende di luce arancione e d Sagittae (m. 3,8) posta a 550 anni luce, una gigante rossa 60.

Diversi sono i miti legati alla costellazione.

Il primo fa riferimento ad Asclepio 61, il giovane figlio del dio Apollo. Il suo precettore fu il centauro Chirone, dal quale apprese l'arte della medicina. Zeus lo uccise fulminandolo, perché persuaso che le sue opere di guaritore 62 potessero sconvolgere l'ordine del mondo. In seguito, il padre Apollo uccise i Ciclopi che avevano costruito la folgore mortale e per compiere la sua vendetta usò una freccia prodigiosa. Compiuta la sua vendetta nascose la saetta in una grotta; ma questa, da sola, salì in cielo e divenne costellazione.

Un altro mito considera Sagitta come la freccia che scagliò Ercole per liberare Prometeo, incatenato da Zeus sui monti caucasici, punito per avere svelato agli uomini l'invenzione del fuoco. La punizione era davvero crudele perché consisteva nel lasciare che l'aquila rodesse il fegato –la sede del coraggio- fegato che veniva mangiato durante il giorno e ricresceva di nuovo durante la notte. Ercole, decise di porre fine a questo martirio e scagliò il dardo che uccise l'aquila ridonando il riposo a Prometeo.

 

Il Delfino è una piccola costellazione boreale. Una curiosità legata a questa costellazione riguarda i nomi delle due stelle principali Sualocin e Rotanev : potrebbero sembrare di origine russa, invece, letti alla rovescia formano “Nicolaus Venator” nome latino di Niccolò Cacciatore, che fu direttore dell'osservatorio di Palermo.

Il delfino viene associato al poeta Arione, musico di Lesbo, che aveva ottenuto dal tiranno di Corinto, di poter viaggiare per la Magna Grecia e guadagnare dei soldi con il canto. Dopo un lungo soggiorno a Taranto, ottenute laute ricompense per aver suonato la sua arpa e recitato le dolci poesie, decise che era giunto per lui il tempo di tornare a Corinto. Durante il viaggio, però, alcuni marinai decisero di gettarlo in mare per appropriarsi delle sue ricchezze. Gli apparve allora in sogno il dio Apollo, protettore dei poeti, il quale lo mise a conoscenza del complotto. Il giorno dopo, nell'istante in cui i marinai si accingevano ad attuare il loro losco piano, Arione chiese come ultimo desiderio di poter suonare la sua arpa. Ecco che al suo canto accorsero dei delfini mandati dal dio e, quando il musicista fu gettato in mare, uno di essi salvò il poeta; lo riportò a Corinto, dove poté ottenere giustizia contro i marinai. Apollo, in ricordo dell'avventura, trasformò in costellazione il delfino pietoso.

 

Note

52 Per ore civili s'intende, in Astronomia, le ore serali che precedono la mezzanotte.

53 Tindaro fu cacciato da Ippocoonte e dai suoi figli, rifugiatosi poi in Etolia incontrò Leda.

54 Vedi Costellazione dei Gemelli.

55 Omero, Iliade.

56 Figlia di Zeus e Giunone, era considerata la “figlia della casa”.

57 Vedi Costellazione dell'Acquario.

58 Mercurio

59 Figlio di Eagro, a cui sono state attribuite diverse madri.

60 Nome usato in astronomia per designare una stella di grande raggio (decine di volte quello solare) e di temperatura superficiale bassa (che genera il colore rosso); è lo stadio finale dell'evoluzione di una stella di massa simile a quella del Sole.

61 Vedi Costellazione del Serpentario e del Serpente.

62 Si dice che avesse il magico potere di resuscitare i morti

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