Orientamento e nevrosi: ovvero come orientarsi
Orientarsi significa, in realtà, avere contezza di dove si trova l'Oriente, vale a dire della direzione da cui si leva il Sole. Per definirlo i Greci adoperano la parola “Anatolia”, identificabile nell'attuale Turchia, poiché l'astro si vedeva sorgere da quella regione. Tuttavia, salvo che non si assista al momento in cui la stella sorge o tramonta, l'unico modo per individuare l'Oriente è capire prima di tutto dove si trova il Nord, di conseguenza si determinerà l'Est a destra, l'Ovest a sinistra ed il Sud esattamente dietro.
Per stabilire la posizione dei punti cardinali durante la notte si utilizzerà la Polare , l'unico punto fisso nel cielo che identifica il Polo Nord celeste; quindi sarà possibile individuare le altre direzioni.
Si può comprendere la stretta relazione che esiste tra l'illuminazione solare e le diverse attività umane,in particolare quelle agricole e di raccolta dei frutti.
Nell'antichità, l'architettura delle città riproduceva l'ordine che i suoi abitanti vedevano nel cielo; ed osservando le piante arcaiche si nota che le porte principali lungo le mura sono disposte secondo i quattro punti cardinali. A tale proposito si può ricordare l'osservazione J.P. Vernant, secondo la quale la pianta dell'Atene nei primi secoli della sua fondazione ha esattamente la forma che i Greci immaginavano fosse quella del cielo.
I latini orientavano le loro città utilizzando il Cardo e il Decumano: il primo rappresentava la via disposta in direzione Nord-Sud; il secondo quella Est-Ovest. In Italia la cosa si è conservata intatta a Napoli: ancora oggi nella zona romana della città esiste il Cardo, conosciuto come “Spaccanapoli” che taglia in due buona parte della città.
Del resto, anche i contadini calabresi orientano i casolari nella direzione Nord-Sud, così come facevano migliaia di anni fa, il che permette di godere dei raggi solari sia la mattina quanto il pomeriggio.
In realtà le direzioni sono sei, perché gli antichi ne consideravano altre due: in alto ovvero lo Zenith, parola araba che indica la verticale del luogo, sulla nostra testa; in basso ossia il Nadir, termine anch'esso arabo che indica la direzione opposta, sotto i nostri piedi. La direzione Zenit-Nadir è quella lungo la quale è indirizzata la forza di gravità; e quindi è asimmetrica rispetto alle altre quattro: lungo di essa non vi è la stessa libertà di movimento che lungo le altre.
Va da se che a bordo di un'astronave rotante attorno alla terra la direzione Zenit-Nadir cessa di essere quella privilegiata perché la gravità è praticamente annullata dal movimento rotatorio; del resto annullare la gravità non richiede necessariamente un'astronave perché quando galleggiamo nell'acqua abbiamo appunto l'esperienza di sentirci leggeri, cioè della scomparsa della gravità.