Immaginarsi il cielo
Così, riempire d'immagini il cielo, cioè appunto contemplarlo, ci aiuta a essere noi stessi; ovvero possedere una propria identità quel tanto che basta per divenire altro.
Va da sè che possiamo osservare il declinare del Sole o il cangiare delle fasi lunari o il ruotare, divino e indifferente, delle stelle sulla volta celeste - possiamo guardare questi fenomeni senza conoscerli e provare piacere sensuale nel farlo.
Ma una dimestichezza anche distratta con il cielo e.g. riconoscere le costellazioni più grandi, le stelle più brillanti, i pianeti; moltiplica la potenza della gratificazione fino a farla trapassare in divina voluptas, piacere intriso di sacralità.
Così, è assai intrigante riguardare le stelle, angeli annunciatori delle stagioni; scandire il miglior tempo della nostra vita col loro sorgere e tramontare, impassibile e puntuale; o anche seguire le loro traiettorie giorno dopo giorno, per un mese o forse più - e verificarne personalmente la rara regolarità, talmente rara da essere ancor oggi più affidabile che qualsiasi altro fenomeno ripetitivo di cui abbiamo esperienza sulla Terra.
Inoltre, se si conosce il cielo non ci si perde facilmente. Le stelle ci indicano tanto il tempo quanto la direzione per terra, mare e cielo - e questo può tornare utile in qualche circostanza, quando abbiamo bisogno di capire il dove ed il quando della nostra posizione sul pianeta, cioè quando abbiamo bisogno d'orientarci perchè ci siamo smarriti.
Infine, in questa era spaziale, se ad uno dei nostri quattro lettori capiterà d'avventurarsi nel sistema solare, laddove non v'è più alcun riferimento terrestre, le stelle saranno le uniche frecce indicatrici, l'ultime tracce di dimestichezza con il cosmo, acquisita sulla terra.
Possiamo quindi convenire che familiarizzarsi con il cielo non solo è dilettevole ma è persino utile - sicché c'è da giurare che molti giovani e meno giovani vorrebbero impratichirsi del cielo.
Il punto è che pochi sono coloro che imparano ad orientarsi. Quando guardiamo una carta geografica non abbiamo difficoltà a riconoscere dalla forma i diversi paesi; se invece osserviamo una mappa del cielo molti di noi incontrano delle serie difficoltà a riconoscere anche solo qualcuna delle costellazioni.
E questo malgrado che quasi tutti abbiano tentato almeno una volta nella vita di leggere il cielo attraverso qualche libro d'astronomia - ma pochi vanno al di là del riconoscimento del Gran Carro o di Orione.
D'altro canto, non v'è dubbio che esistano un buon numero di libri su questi argomenti e che siano scritti con rigore e proprietà per molti aspetti. Molti salvo uno: il modo come raffigurano le costellazioni.
Mette conto approfondire questo punto: le costellazioni hanno nomi intriganti - ci aspettiamo quindi che i libri ci mostrino gruppi di stelle in forma di un Leone, uno Scorpione o una Vergine, e così via; ma questo non accade.
Qualche vecchio libro mostra, tracciate arbitrariamente nel cielo attorno a gruppi di stelle, figure allegoriche elaborate che non corrispondono a ciò che vediamo sulla volta celeste 1; altri, sopratutto quelli più recenti, riportano le costellazioni in termini unicamente geometrici, sicché esse non somigliano più a niente e non hanno alcuna relazione con le parole che le nominano 2. In verità, entrambe queste rappresentazioni non sono di grande aiuto se il nostro intento è quello di leggere nel cielo le costellazioni; sicché il cielo non diviene più familiare e molti dei potenziali astrofili rinunciano scoraggiati.
Note
1 Cfr. Fig. 1
2 Cfr. Fig. 2