Luciana De Rose, Marcella G. Lorenzi, Mauro Francaviglia*
E il mare.
Potrebbe essere la perfezione – immagine per occhi divini –
… verità
Alessandro Baricco Oceano Mare
1. Introduzione
Charles Baudelaire invocava per esprimere il concetto di libertà: “Uomo libero, amerai sempre il mare! Il mare è il tuo specchio: contempli la tua anima nel volgersi infinito dell’onda che rotola e il tuo spirito è un abisso altrettanto amaro”.
Il mare è il liquido amniotico della civiltà mediterranea: nelle teogonie è un’entità ancestrale, abitata da esseri divini la cui genesi si perde nella notte dei tempi. La speculazione filosofica e religiosa greca, in seguito fatta propria da quella romana, ne ha fatto nascere dalla sua schiuma la forma perfetta, Afrodite (Venere), divinità dell’amore e della bellezza, e ne ha popolato gli abissi di dèi misteriosi e veggenti, a volte capaci di terribili distruzioni e vendette, altre in grado di proteggere e donare vita: Proteo, Nereo, Oceano, Poseidone, Nettuno, Teti, Anfitrite, le ninfe Nereidi e Oceanine. *
L’acqua è l’elemento naturale che sta alla base della vita di ogni essere vivente, il cui 75% è composto proprio da acqua.
Acqua di mare, pioggia, laghi, fiumi, sorgenti, acque termali rappresentano una risorsa prioritaria per la sussistenza, per gli spostamenti, per il benessere. Dove c’è siccità c’è il deserto, la sterilità, la mancanza la vita. Le zone povere di acqua, come ad esempio molte regioni dell’Africa, sono a rischio di desertificazione. L’acqua dunque come vita e prosperità, come vettore di cibo, di comunicazioni, di spostamenti, di culture, di religione, di salvezza e di purificazione.
Ma esiste l’altra faccia della medaglia, l’acqua come distruzione, uragani, tempeste, nubifragi, maremoti, esondazioni, che mettono a repentaglio la vita stessa.
La letteratura, l’architettura e l’arte si sono nutriti di questo elemento restituendone una molteplicità sconfinata di materiali, principii fisici, e concetti letterali. L’acqua è diventata, di volta in volta, metafora di purificazione e rinascita, si pensi al battesimo per esempio, di vita e morte, di viaggio (l’Odissea e le Argonautiche per citare due opere letterarie celebri sin dall’antichità) e trasformazione. Essa ispira rituali nascosti e significati palesi, spirituali e, inevitabilmente, politici.**
Attraverso l’acqua, dolce e salata avvenivano le “conquiste”, di ricchezza, cultura, di scoperte tecniche e fisiche. E questo avveniva sempre per fini pratici.
In questa sede il lavoro sarà concentrato sulle scoperte scientifiche e fisiche legate all’acqua, rese celebri da Archimede Siracusano, il geniale inventore ucciso durante il sacco di Siracusa nel 212 a.C., con un breve cenno alla forza di gravità, teorizzata da Newton nel 1687, e pubblicata nella Philosophiae Naturalis Principia Mathematica, ma magistralmente impiegata dagli ingegneri idraulici Romani: forza vinta dallo stesso Archimede, mediante l’invenzione della geniale “coclea”. La “vite di Archimede”, la cui forma può essere sfruttata per descrivere in modo elementare i “principii di minimo” ed il concetto di moto geodetico.
* I paragrafi 1-4 sono da attribuire a Luciana de Rose, il paragrafo 5 a Mauro Francaviglia, il paragrafo 6 a Marcella G. Lorenzi.
Esiodo, Teogonia, 187; Il. XVIII.
** Per una disamina completa cfr. L. De Rose, I tesori del mare: L’arte alieutica nel mondo antico, in G.P. Givigliano (a cura di), in In Calabria. Storie “minori” al centro del Mediterraneo, volume 9, Collana del CNR Storia economica del Mediterraneo; ESI, Napoli 2006, pp. 39-68; e L. De Rose, Tecniche di pesca tra Cartagine e Magna Grecia, Atti di convegno, Unical 28-29 maggio 2008, in corso di stampa.